80° anniversario del loro sacrificio
I giorni di metà ottobre del 1944, vedevano il martirio di Guerino e Carlo Besana, partigiani Barzanesi. Il primo ucciso in un agguato dai nazifascisti nella valle del torrente Troggia, sotto la bocca di Biandino, e l’altro fucilato pochi giorni dopo, davanti al muro del cimitero di Introbio in Valsassina.
Ai piedi del nostro monumento, scolpito dall’Alpino Luigi Arrigoni nel Parco delle Rimembranze di Barzanò, nel 60° anniversario della Liberazione, venne posta una targa che ricorda i due fratelli. Oltre alla foto dei due partigiani morti per la Libertà, racconta in breve la storia del loro sacrificio.
Carlo Besana era nato a Barzanò il 1° luglio 1920, di professione operaio e poi Alpino. Dopo l'8 settembre 1943 svolge una intensa attività di collegamento e rifornimento fra la Brianza e la Valsassina (Lecco), dove con il fratello Guerino, nato il 27 settembre 1918 (operaio e poi Guardia alla Frontiera), si era unito alle bande partigiane che andranno a costituire la 55ª Brigata Garibaldi "Fratelli Rosselli".
Il 20 luglio 1944, Carletto, incaricato di prelevare armi a Costa Masnaga, viene ferito a un fianco in uno scontro a fuoco a San Feriolo. Ricercato, è costretto a rimanere nascosto. Trova cure e ospitalità nella torre medioevale della villa di Barzanò del conte Gianfranco Della Porta. Appena riesce a rimettersi in piedi, ritorna in Valsassina.
L'11 ottobre 1944, durante un rastrellamento di SS italiane nella valle tra Biandino e Introbio, Guerino viene ferito gravemente alle sette del mattino, vittima di un agguato. Si trascina su per la montagna per avvertire i compagni del pericolo, lo trovano morente alle cinque di sera nei pressi di una grotta.
Carletto accorre alla notizia del ferimento del fratello che gli muore tra le braccia.
Non vuole abbandonarlo ai cani dei fascisti che battono la valle e rimane a vegliarlo nella grotta. Verrà catturato dalle stesse SS che hanno ucciso il fratello.
Tradotto al comando SS di Casargo e poi a Introbio, viene rinchiuso con 13 compagni in un pozzo a Villa Ghiringhelli e sottoposto a lunghi interrogatori e sevizie.
Processato il 13 ottobre 1944, da un tribunale misto tedesco e fascista, viene condannato a morte.
Mentre aspetta il plotone d'esecuzione scrive poche righe alla madre: "Cara mamma fatevi coraggio quando riceverete la notizia della nostra morte, ho ricevuto i Sacramenti e muoio in pace col Signore. Mamma non pensate al fratello Guerino perché l'ho assistito io alla sua morte. Arrivederci in paradiso. Figlio Carlo. Ciao"
Viene fucilato alle ore 15,30 di domenica 15 ottobre presso il cimitero di Introbio. Vengono fucilati con lui cinque compagni: Benedetto Bocchiola, Carlo Cendali, Francesco Guarnerio, Andrea Ronchi e Benito Rubini.
Dopo la Liberazione del 25 aprile 1945, le salme dei due fratelli Besana vengono recuperate e riportate al paese natale di Barzanò. Qui il 10 maggio si svolgono i solenni funerali con la grande partecipazione di tutta la comunità. Ai due fratelli verrà intitolata la piazza principale del paese.
Le poche parole di commiato scritte da Carletto alla madre, sono state pubblicate nella raccolta: "Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana" edito da Einaudi.
La vicenda di Carletto e Guerino Besana, è stata raccontata nel libro: "La vita per l’Italia e per la Libertà. Brigata G.C. Puecher" di Irene Crippa, dato alle stampe a Milano nel novembre 1945, poco tempo dopo quei tragici fatti. Il volume è stato ristampato alcuni anni fa dall'editore Bellavite di Missaglia.
Nel 1970, Sandro Pertini, allora presidente della Camera dei Deputati, aveva avuto modo di leggere il racconto della Crippa sui fratelli Besana, e nella prefazione ad un’antologia sulla Resistenza così le commentava:
"...e particolarmente commovente risulta il racconto del sacrificio dei fratelli Guerrino e Carletto Besana ferocemente trucidati, uno dopo un agguato in una boscaglia l'altro dopo sevizie bestiali. Le pagine che descrivono l'agonia di Guerrino e gli ultimi momenti di Carletto dovrebbero, secondo me, figurare nei libri di testo delle scuole."
Aprile 2005, Alpini di Barzanò alla posa della lapide sulla grotta dei fratelli Besana in Valsassina