Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate
Questa era una ricorrenza anche festosa, perché i bambini della Scuola Primaria e della Scuola per l'Infanzia, accompagnati dalle loro insegnanti, partecipavano da anni a questa giornata sventolando gioiosamente le loro bandierine tricolori e sorprendendo tutti con i loro interventi sulla pace e sulla guerra, con i loro canti e i loro disegni.
In questo anno difficile, la loro spensierata presenza non è stata possibile e la loro rievocazione è rimasta purtroppo chiusa all'interno delle aule scolastiche. D'altronde, non si può non sottolineare, la grande importanza del coinvolgimento dei giovani e degli studenti nelle commemorazioni di questa giornata, dove si celebra in special modo il sacrificio di tanti giovani chiamati alle armi, le cui vite vennero spezzate nell'immane tragedia della guerra.
Questi momenti pubblici di condivisione e di ricordo, per chi si è battuto per la difesa della Patria, sono fondanti per l'educazione ad una vera convivenza civile.
Questa pandemia ha purtroppo obbligato ad organizzare eventi con un numero ristretto di persone, senza la partecipazione di buona parte della cittadinanza e senza la presenza di alcune associazioni locali. La celebrazione odierna, seppure informale, non ha comunque perso la sua solennità.
Dopo la Santa Messa all'interno della chiesa parrocchiale, i partecipanti si sono portati sul sagrato, dove gli Alpini e i cittadini presenti si sono schierati regolarmente distanziati, come le disposizioni sanitarie del momento impongono.
Dopo la preghiera e la benedizione impartita del parroco don Renato Cameroni, il sindaco Giancarlo Aldeghi nel suo breve discorso ai partecipanti, ha voluto soprattutto mettere l'accento sul difficile momento che la nostra comunità sta vivendo, e quanto sia importante la solidarietà per superare questi difficili giorni.
È stata posata poi la corona d'alloro alla lapide che ricorda i caduti sul sagrato della chiesa parrocchiale.
Non bisogna dimenticare che il 4 novembre 1918 aveva termine il primo conflitto mondiale, la Grande Guerra. Un evento che ha segnato in modo profondo e indelebile l'inizio del '900 e che ha determinato radicali mutamenti politici e sociali. Questo è il giorno che celebra la fine vittoriosa di quella guerra, commemora la firma dell'armistizio siglato a Villa Giusti con l'Impero austro-ungarico e che dal 1919 è divenuta la giornata dedicata alle Forze Armate e alla Unità Nazionale.
Non c'è stato un corteo ufficiale per le vie del paese, con gonfaloni e bandiere, per raggiungere come gli scorsi anni il Parco delle Rimembranze, luogo dove sono ricordati tutti i morti in guerra di Barzanò. Qui, sotto ogni targa che ricorda i concittadini caduti, gli Alpini avevano messo mazzetti di fiori legati con nastri tricolori.
Con solennità e raccoglimento sono state deposte le corone di alloro al monumento ai caduti e a quello che ricorda gli Alpini.
Mentre sul pennone del parco veniva lentamente innalzata la bandiera, il nostro capogruppo Francesco Motta ha intonato l'inno di Mameli, cantato da tutti i presenti.
Una giornata grigia, una cerimonia assolutamente informale, una accorata preghiera da parte del parroco senza lunghi discorsi delle autorità civili.
La mente rivolta a coloro che stanno lottando contro la malattia e a quanti hanno perso la vita in questi difficili mesi, con la speranza di ritornare presto ad una normale convivenza sociale.